Innanzitutto è il caso di usare il plurale e parlare di dipendenze poiché la dipendenza può riguardare sia oggetti ( sostanze, alcool..) sia comportamenti ( alimentare, sessuale, …). Cioè non solo gli oggetti della dipendenza possono essere vari ma la dipendenza non implica necessariamente il ricorso ad un oggetto poichè l’ effetto gratificante e immediato la persona può ricercarlo anche in un certo comportamento come in quello del gioco d’ azzardo.
Ciò che rende e determina un comportamento o l’ uso di qualcosa, una dipendenza, è la modalità di relazione che la persona istaura e intrattiene con determinati oggetti o determinate esperienze e comportamenti.
A volte succede che nella vita ci si ritrova a vivere esperienze che creano uno stato di disagio e di fronte alle esperienze di insoddisfazione, frustrazione, abbiamo diverse possibilità, in genere però, ne notiamo solo due:
- Una strada più lunga, tortuosa, piena di ostacoli da affrontare, sassi dove si inciampa, divieti e sensi unici che ci implicano di fare giri lunghi. Si tratta di una strada che conduce alla soddisfazione e alla risoluzione ma in un tempo differito, pertanto richiede la rinuncia all’ immediata e veloce risoluzione e la disponibilità a impiegare tempo, fatica e cura. Essa, però è l’ unica strada che ci conduce a costruire valide e preziose cose come nel caso della creazione di legami significativi
- Una strada che ci conduce immediatamente e direttamente ad ottenere la gratificazione, permette di annullare o allontanarci dal sentire il disagio psichico. Si tratta di una scorciatoia che ci permette di non fare i conti con la frustrazione di cui è doloroso sopportarne il peso, di non fare esperienza dell’ emozione dolorosa e intollerabile che viene così evitata.
È questa 2° strada che il dipendente intraprende: incapace di attendere si illude di aver trovato il rimedio alla difficoltà che sta vivendo, l’ oggetto della dipendenza sembra portarlo dritto alla soluzione, l’ ansia sembra diminuire o addirittura scomparire, il sentimento depressivo lascia il posto alla vitalità. La gratificazione è sì immediata ma effimera; quell’ oggetto o comportamento diventa così appetitoso, l’ attenzione nei suoi confronti diventa continua e ossessiva e alla sua ricerca non si è più capace di resistere, aumenta l’ investimento economico e di tempo in esso disinvestendo sempre più in attività esistenziali (legami familiari, lavorativi e sociali ) che vengono così compromesse e danneggiate, diventa difficile e poi scorretta la valutazione del rischio e delle conseguenze, per cui le decisioni svantaggiose non sono percepite come tali perché coperte dal vantaggio della gratificazione, nasce la preferenza per la gratificazione immediata che spesso però comporta svantaggi e danni.
Questo circuito giunge a volte ad una situazione drammatica e la persona necessita di un aiuto; la strada più idonea allora diventa quella della cura, dell’ intraprendere un percorso, l’ unica via possibile da percorrere per riprendere a vivere una vita autenticamente soddisfacente.
La terza alternativa resta quella sì più faticosa e impegnativa ma più utile, per poter accogliere, contenere, risignificare il disagio psichico insieme.
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