Il termine disturbi alimentari spesso è fuorviante, ci porta fuori strada, ci induce a sbagliare e a considerare queste, come difficoltà che riguardano il cibo. Invece i disturbi alimentari non sono problematiche che riguardano l’appetito ma il rapporto disordinato che una persona ha con il cibo, è spesso un modo per poter esprimere e comunicare la propria sofferenza; essi nascono da un disagio interiore, una sofferenza che altrimenti sarebbe difficilmente visibile agli altri, una sofferenza che però non trova adeguati canali di comunicazione.
Quindi, i disturbi alimentari sono problematiche fondamentalmente di natura psichica. Ma questa sofferenza interiore, psichica si esprime proprio con il cibo in quanto esso ha un ruolo in queste problematiche, però, solo nella misura di ciò che rappresenta per l’ individuo e non per il cibo in quanto tale.
Il cibo ha una funzione fondamentale che è quella di permettere al nostro organismo di sopravvivere e di crescere. Ma c’è un’ altra funzione, il cibo ha un altro valore, ha una dimensione simbolica, altrettanto fondamentale, si tratta del suo significato relazionale. Esso sin dall’ inizio della nostra esistenza è fonte di nutrimento, è qualcosa che ci proviene dall’esterno, è distinto da noi, ci porge un altro e attraverso di esso iniziamo a scambiare con l’ ambiente, si crea così la relazione tra l’ individuo e il mondo che lo circonda, tra l’ individuo e l’ altro. Pertanto il cibo veicola la relazione. Inizialmente ci si nutre solo e poi principalmente della relazione con le figure di accudimento, poi si creano anche altre relazioni, ci si nutrirà sempre di più di altro e di altri. Ci nutriamo nel corso della nostra esistenza di ciò che viviamo, di nuove esperienze, di nuove conoscenze, di gioie, frustrazioni, dolori, delle persone che incontriamo e delle relazioni che istauriamo con gli altri.
In questo senso i disturbi alimentari riguardano il cibo, il cibo che sta per qualcos’ altro, sta a rappresentare:
- nutrimento (affettivo- emotivo e relazionale )
- scambio relazionale
- accoglienza
- vicinanza
- condivisione di momenti
A volte però, il rapporto con il cibo non è più equilibrato ma inizia ad essere disordinato per poi diventare disturbato (si mangia troppo poco o si rifiuta il cibo, si mangia molto di più di quanto il proprio organismo ne ha bisogno, ci si abbuffa e si vomita ecc ) e con ciò si sta esprimendo il disordine della relazione che l’ individuo ha con l’ ambiente, con il mondo in cui vive ( difficoltà nella relazione con i coetanei, con gli adulti, i genitori o negli apprendimenti scolastici ).
L’ individuo non riesce più a nutrirsi a sufficienza e in modo adeguato del mondo che lo circonda, oppure le cose che gli accadono sono troppe, troppo pesanti da digerire tanto da rimetterle all’ esterno. Oppure con il disturbo alimentare si esprime la difficoltà ad assumere il peso della crescita e dell’ individuazione e si esprime il conflitto essenziale dell’adolescenza tra il desiderio di individuazione e l’angoscia di separazione da ciò che l’ adolescente si sta lasciando alle spalle.
E’ per questo che un intervento precoce e idoneo è fondamentale per poter raggiungere l’ adolescente, possibilmente avviando una relazione terapeutica che permette l’ ascolto e la comprensione del proprio vissuto emotivo, il contenimento anche delle emozioni più difficili da gestire. Spesso al trattamento psicoterapeutico dell’ adolescente è utile anche un aiuto alla famiglia che ne risulta coinvolta e da sola non può gestire un problema così complesso che, spesso, necessita dell’ intervento di diversi professionisti; essa gioca un ruolo fondamentale nel trattamento di questi disturbi.
Spesso l’ aiuto non viene richiesto dall’ adolescente che soffre di un disturbo alimentare, ma sono gli adulti di riferimento che notano l’ atteggiamento e lo stato d’animo cambiare in maniera significativa e il comportamento che diventa più introverso, oppositivo, irritabile, assorbito nei suoi pensieri e poco interessato alle relazioni interpersonali.
In sintesi, possiamo dire che queste difficoltà nel rapporto con il cibo riguardano non il cibo in sé e nemmeno la forma fisica quanto la dimensione identitaria e relazionale che l’ adolescente si sta costruendo nel mondo.